LA PIZZA È PIZZA, PUNTO.

Di recente mi è capitato di imbattermi nello spot di un Pizza Ricercatore, così si definisce, che mi ha fatto sorridere non poco e proprio stamattina leggevo un pezzo di Eleonora Cozzella che presentava un Pizza Illuminato in apertura con il suo nuovo locale a Roma. Non ho sorriso e, per associazione di idee, mi sono ritrovata a pensare al mio vecchio parrucchiere di fiducia tanto bravo, fino al giorno in cui ha iniziato ad inserire nella sua bottega, pardòn, salone, prodotti di ogni genere, maschere per i capelli, cosmetici per il viso e per il corpo, accessori da spiaggia e amenità varie. Andare da lui non era più un piacere, appena mi sedevo sulla poltrona in pelle con massaggio shiatsu incorporato, iniziava a propormi massaggi, trattamenti e prodotti vari, creandomi un certo disagio perché a me interessava semplicemente tagliare i capelli. È così strano volersi tagliare i capelli da un parrucchiere? Mi mancavano i gossip dell’ultima ora, le nostre piccole confidenze, le risate sull’ultima vacanza. Nel giro di qualche anno di Saloni ne ha aperti quattro, uno più spettacolare dell’altro, carichi di display, espositori, vetrine colorate e ricca mercanzia. Non sono più andata da Adriano, era più lo stress di dover contenere il conto che pompava di continuo, che il piacere di vedermi con il taglio giusto e si sa quanto ci tiene una donna al suo parrucchiere di fiducia! Così sta succedendo alla pizza, si aprono pizzerie di 500 mq, si studiano progetti in collaborazione con l’Università, si creano interiors al pari di un ristorante tristellato, si chiama l’architetto per il light design, si propongono carte dei vini che nemmeno un’enoteca, sotto la stessa insegna si fanno aperture a raffica, in Italia come nel resto del mondo. Ho sempre ammirato l’intraprendenza e l’imprenditore che c’è in noi, riconosco che la qualità della pizza, grazie alle lunghe lievitazioni e alle nuove farine, è migliorata al punto da rendersi digeribile anche al mio stomaco devastato da anni di gastrite, amo l’innovazione e sono aperta al nuovo che avanza, ma vivaddio una pizza è una pizza! Perché costruirci intorno cattedrali del piacere dimenticando che nasce come cibo del popolo ed è proprio nella popolarità la sua forza? Non è che aveva ragione Orazio quando nella sua Ars Poetica recitava “Parturient montes, nascetur ridiculus mus”? Rimpiango le pizzerie quattro tavoli e un bancone, le tovaglie a quadrettoni e l’improbabile disegno del Vesuvio sullo sfondo.